5.4.07

DONNE VENDUTE

Ancora ignoro su quale vetta, a quale altezza, in questo pianeta si celi la vera libertà delle donne... Il mondo si interessa di tante cose più importanti per gli uomini: la guerra, la politica, il petrolio... quante immagini ho visto di donne e bambini sotto le bombe, vittime della carestia, della servitù, della morte...
Io, Zana, ho il dubbio privilegio di essere un ostaggio liberato, colei che ha avuto la fortuna di infilarsi attraverso le sbarre della prigione. Ma dentro il cuore si resta sempre ostaggi: il ricatto, la violenza, la privazione della libertà segnano per sempre un essere umano. Coloro che sono rimasti laggiù, mia sorella, mio figlio, vivono in me come dei pugnali piantati nella carne. Soffro la loro sofferenza, la mia libertà non ha senso senza di loro...
La mia collera è sempre viva, rifiuto di essere un vulcano che muore sotto la lava, e ho solo questa vita per battermi. Una madre cui hanno tolto il diritto di tirar su il suo bambino, è una donna ferita a morte. Spesso nel silenzio delle mie notti solitarie ascolto il mio cuore che urla come le lupe di laggiù, nei monti, alla ricerca dei loro piccoli. Griderò finché mi possa sentire.
A colei che ha appena letto questa storia e sta per chiudere il libro, dico: non lo dimenticare, aiutami, lascia che risuoni in te il mio grido e quello di tante altre donne, tutte quelle che la legge dimentica e tradisce, dove il diritto è fatto dagli uomini e per gli uomini, che le considerano meno che bestie e rubano loro corpo, anima e figli.

Zana Muhsen, Vendute!
Mondadori, Milano 1998, pp. 304,305
Foto by laeli