18.10.09

LA QUIETE DELLA VECCHIAIA

La vecchiaia, almeno per quanto ne so io, è l'età in cui la quiete rappresenta un traguardo desiderato; anche un lusso. Chi può concedersi la quiete gode di un privilegio che dipende un po' dalla fortuna e un po' dalla vita che ha condotto prima di arrivare a questa stagione.
Se è stata una vita piena, se hai potuto realizzare te stesso al meglio delle tue capacità, se hai conosciuto amore e dolore, se hai accettato i tuoi limiti ma hai utilizzato tutte le valenze vitali delle quali disponevi, se non hai prevaricato, se infine non sei stato avaro di te stesso, questo vuol dire aver fatto i conti con la morte.
C'è un rischio in questo quadro, ed è che le cose non siano proprio andate a quel modo; che io le veda così, con questa tonalità apologetica e consolatoria ma che non corrispondano a realtà. C'è il rischio che tu abbia ricevuto più di quanto hai saputo dare, che tu abbia prevaricato, sia stato avaro di te. Sono gli unici due peccati che io riconosca per gravi e sarei disperato se sapessi di averli commessi. A volte questo dubbio mi prende e torno ad esaminare i fatti della mia vita, gli incontri, le passioni, i contrasti, per scoprire la verità.

Eugenio Scalfari, L'uomo che non credeva in Dio
Mondolibri, Milano 2008, p. 149

Foto by Phil Dragash