11.5.14

IL PERDONO

Il perdono è qualcosa che nasce dentro di noi. Significa allentare il senso di dolore, o forse, ancora più importante, cancellare il ruolo di vittima. Per un ebreo perdonare i nazisti non significherebbe - Dio ne guardi - dir loro: "Quello che avete fatto è comprensibile. Posso capire che cosa vi ha indotto a farlo e non vi odio per questo". Ma significherebbe invece dire: "Quello che avete fatto è assolutamente mostruoso e vi mette fuori dalla categoria degli esseri umani. Ma rifiuto di darvi la possibilità di definire, me, una vittima. Rifiuto di permettere al vostro odio cieco di definire la forma e il contenuto della mia ebraicità. Io non vi odio, vi rifiuto"...

Albert Speer,
ministro degli armamenti di Hitler dal 1942 al 1945,
incontra Simon Wiesental
Io l'ho guardata negli occhi - occhi che riflettevano tutto il popolo assassinato, occhi che avevano visto la sofferenza, il degrado, il fatalismo e l'agonia del suoi compagni. E tuttavia quegli occhi non esprimono odio; restano caldi e tolleranti e pieni di comprensione per le sventure degli altri... Ogni essere umano deve portare il suo fardello. Nessuno può assumersi quello di un altro, ma il mio, dopo quel giorno, è diventato più leggero. E' stata la grazia di Dio a toccarmi attraverso lei.

Simon Wiesental, Il Girasole. I limiti del perdono
Garzanti, Milano 2009, pp. 164, 216