Quando Alice e Rafi erano entrati a Theresienstadt, nel 1943, i cancelli erano guardati a vista da soldati che imbracciavano mitra. Fortunatamente la guardia nazista non capiva la lingua ceca, perché Rafi annunciò a voce alta: "Mamma, non mi piace stare qui, voglio tornare a casa".
Da quel momento Alice inventò fiabe e favole per placare l'ansia del bambino e far passare il tempo.
Gli chiese di immaginare che fossero sul palcoscenico di un teatro. La strega cattiva li aveva costretti a salire sul treno sbagliato, e ora aspettavano che i soldati buoni venissero a salvarli. Vedendo sua madre sorridere e persino ridere malgrado tutto, Rafi dovette pensare che le cose non potevano essere poi così brutte. Quando mangiavano la minestra acquosa che fungeva da pranzo e da cena, Alice gli raccontava la storia di un re che aveva organizzato per loro un banchetto con tutte le prelibatezze che volevano, e lui faceva finta di divorare montagne di patate e decine dei suoi cioccolatini preferiti.
Caroline Stoessinger, Un secolo di saggezza
Sperling & Kupfer, Milano 2012, pp. 149,150