E' opinione largamente condivisa che l'umanità abbia bisogno di rinnovarsi se non vuole ripetere le tragedie del passato e ricreare, sulla terra, i vari inferni inscenati in questo secolo: dalle carneficine della prima a quelle della seconda guerra mondiale, da Auschwitz a Hiroshima, dal terrore staliniano alle "purghe" argentine (i
desaparecidos), dal
napalm americano alla "pulizia etnica" jugoslava, e la lista può continuare, attraversando popoli, continenti, culture e persino religioni. Ma può l'umanità rinnovarsi, diventare fraterna e solidale, senza convertirsi? La conversione, la "vera penitenza" sono davvero il lusso esclusivo di anime molto esigenti per non dire scrupolose, un
optional riservato agli addetti, anzi ai patiti della religione, o non sono piuttosto l'unica cosa veramente necessaria a tutti, credenti e non credenti, religiosi e laici, a quelli che credono in Dio e a quelli che credono nell'essere umano?
P. Ricca, G. Tourn, Le 95 tesi di Lutero
Claudiana, Torino 1998, pp. 20,21