26.8.06

LA PARABOLA DELLO YOGURT


Un vasetto di yogurt prodotto industrialmente, e acquistato attraverso i circuiti commerciali, per arrivare sulla tavola dei consumatori percorre da 1.200 a 1.500 chilometri, costa 10 Euro al litro e subisce trattamenti di conservazione che spesso uccidono i batteri.
Lo yogurt autoprodotto facendo fermentare il latte con opportune colonie batteriche non deve essere trasportato, costa il prezzo del latte, non ha conservanti ed è ricchissimo di batteri. Lo yogurt autoprodotto è pertanto di qualità superiore rispetto a quello prodotto industrialmente, costa molto meno, non comporta consumi di fonti fossili e di conseguenza riduce le emissioni di CO2...
Il Movimento per la decrescita felice si propone di promuovere la più ampia sostituzione possibile delle merci prodotte industrialmente ed acquistate nei circuiti commerciali con l’autoproduzione di beni. In questa scelta, che comporta una diminuzione del prodotto interno lordo, individua la possibilità di straordinari miglioramenti della vita individuale e collettiva, delle condizioni ambientali e delle relazioni tra i popoli, gli Stati e le culture…
Se si accetta la logica della crescita, si lavora sempre di più per avere un reddito sempre più alto per comprare la maggior quantità possibile di merci. Se ne producono sempre di più per acquistarne sempre di più e se ne acquistano sempre di più per produrne sempre di più. Il senso della vita si esaurisce in questa duplice dipendenza dalle merci. Spazio per la spiritualità, per gli affetti, per rapporti umani significativi non ne resta. Se, invece, il consumo di merci si riduce all’indispensabile, senza rinunce e limitazioni, si può vivere con un reddito monetario inferiore e si può dedicare meno tempo alla produzione di merci. Rimane più tempo per se stessi, per le proprie esigenze spirituali, per gli affetti e le relazioni umane.

Maurizio Pallante, La decrescita felice
Editori Riuniti, Roma 2005, pp. 17,19,117,118