
È stato bello sentire come le varie chiesette indipendenti africane avevano recepito il mio lavoro a Korogocho...
Quanti episodi belli hanno ricordato quella sera! Ognuno narrava le meraviglie di un Dio tanto straordinario nell’ordinarietà della vita di ogni giorno dentro i sotterranei della vita e della storia. Qui la Parola è subito vita, quotidianità… Il tutto condito da una gioia, una forza e un calore umano straordinari.
Quindi mi hanno chiesto di inginocchiarmi su una stuoia e tutti (oltre un centinaio di persone) mi hanno imposto le mani sulla testa, toccandomi… Mi sentivo quasi avviluppato in una morbida coperta umana. Poi sono scoppiati a pregare con una tale forza carismatica! Uno di loro gridava: “Baba, ti ringrazio per questi dodici anni che Alex ha passato a Korogocho, nei quali ha camminato con noi nel fango e nella polvere. Grazie, Papà! Grazie per la sua predicazione per i deboli, i malati, gli esclusi. Grazie perché lo ha fatto senza distinzioni di religione, di etnia, di razza… Ora tu lo sai che ci sta lasciando. Per questo ti preghiamo: donagli il tuo Roho, il tuo Spirito, che sia nuova forza in lui per continuare la sua missione”. E sentivo centinaia di mani che mi premevano sul corpo come per farmele entrare dentro. Papò, ora Alex sta lasciando Korogocho per un’altra missione alla quale Tu lo chiami. Te lo affidiamo. Donagli il tuo spirito perché possa tornare dalla sua tribù bianca a raccontare le meraviglie che tu, Papà, hai fatto a Korogocho. Alex è un testimone delle tue meraviglie in questa baraccoppoli. Alex, ritorna dalla tua gente, dalla tua tribù bianca, e racconta quello che hai visto, sentito, toccato con mano: il Dio della vita! Sentiamo che la tua tribù bianca ha dimenticato Dio, non sa più cosa farsene di lui… forse perché la tua tribù sta troppo bene. Alex, va’ e converti la tua tribù bianca. Dì loro che Dio c’è, ma è il Dio dei poveri, degli ultimi. Baba, siamo pronti anche noi ad andare dalle tribù bianche per farle ritornare a te. Ora, Baba, dona il tuo spirito ad Alex perché sia un missionario nella sua tribù bianca che si è dimenticata di Te!”….
Mi sono sentito in quel momento investito dai poveri di Korogocho e dalle loro guide spirituali, inviato da loro alla ricca Italia, alla mia tribù bianca, alle tribù d’Europa, per dire che Dio c’è, ma è all’inferno e soffre. Mi tornano alla mente le parole finale di Dietrich Bonhoeffer, il grande martire antinazista: “Allora si prende finalmente sul serio non la propria, ma le sofferenze di Dio nel mondo; allora si veglia con Cristo nel Getsemani e, io penso, questa è fede, questa è metanoia; e così diventiamo uomini, cristiani. Come ci si potrebbe insuperbire dei successi e avvilirsi per gli insuccessi quando, nella vita di questo mondo, si è compartecipi del dolore di Dio?”…
Alex Zanottelli, Korogocho
Feltrinelli 2003, pp. 165,166
Foto by Wayfaring stranger