
Quando alcuni scienziati parlano delle "basi biologiche della violenza" sono fuori strada. La scienza può, almeno per come è praticata, studiare la portata infinitamente vasta dello spazio esterno, ma non può studiare efficacemente la dimensione interna dell'essere umano. Se siamo in cerca di risposte sulla vita e ci rivolgiamo alla scienza per averle, dovremo constatare che essa non sarà in grado di fornircele. Ci sentiremo vuoti.
Siamo quasi arrivati a credere, senza giustificazione, che la volontà umana, la nobiltà, la bellezza e tutti gli scopi primi che appartengono alle categorie che questi scienziati non studiano, non esistano.
Questo conduce a una forma di riduzionismo, all'interno della quale la scienza occupa un enorme spazio, colonizzando le menti di coloro che non sono scienziati, soprattutto perché tutto ciò è amplificato dai mass media.
I media ci raccontano di nuove e quotidiane "scoperte" di geni: l'obesità, le inclinazioni sessuali, l'intelligenza, il sex appeal o perché vi piace il burro di arachidi - hanno appena scoperto il gene o l'ormone o il vattelapesca, che ne è la causa. Nessuno scienziato competente affermerebbe che si possono individuare le tracce di elementi sottili e complessi come la rabbia, il desiderio, o l'aggressività in un gene o in un ormone, ma noi, il pubblico generico, veniamo risparmiati da queste "sottigliezze". Arriviamo a credere di non possedere una volontà e che non esista redenzione per gli esseri umani, che la nostra vita sia senza significato o direzione.
Michael N. Nagler, Per un futuro non violento
Ponte alle grazie, Milano 2005, pp. 52,53
Foto by Epugachev