12.10.06

FEDE NELLA SCIENZA

La scienza ha tutto il diritto di concentrare la propria attenzione sul fisico, cioè sul mondo esterno. Non ha però il diritto, una volta fatto questo, di dire che non esiste nient'altro.
Quando alcuni scienziati parlano delle "basi biologiche della violenza" sono fuori strada. La scienza può, almeno per come è praticata, studiare la portata infinitamente vasta dello spazio esterno, ma non può studiare efficacemente la dimensione interna dell'essere umano. Se siamo in cerca di risposte sulla vita e ci rivolgiamo alla scienza per averle, dovremo constatare che essa non sarà in grado di fornircele. Ci sentiremo vuoti.
Siamo quasi arrivati a credere, senza giustificazione, che la volontà umana, la nobiltà, la bellezza e tutti gli scopi primi che appartengono alle categorie che questi scienziati non studiano, non esistano.
Questo conduce a una forma di riduzionismo, all'interno della quale la scienza occupa un enorme spazio, colonizzando le menti di coloro che non sono scienziati, soprattutto perché tutto ciò è amplificato dai mass media.
I media ci raccontano di nuove e quotidiane "scoperte" di geni: l'obesità, le inclinazioni sessuali, l'intelligenza, il sex appeal o perché vi piace il burro di arachidi - hanno appena scoperto il gene o l'ormone o il vattelapesca, che ne è la causa. Nessuno scienziato competente affermerebbe che si possono individuare le tracce di elementi sottili e complessi come la rabbia, il desiderio, o l'aggressività in un gene o in un ormone, ma noi, il pubblico generico, veniamo risparmiati da queste "sottigliezze". Arriviamo a credere di non possedere una volontà e che non esista redenzione per gli esseri umani, che la nostra vita sia senza significato o direzione.

Michael N. Nagler, Per un futuro non violento
Ponte alle grazie, Milano 2005, pp. 52,53
Foto by Epugachev