Così noi viviamo e prendiamo sempre commiato (l'immagine bellissima è di Rainer Maria Rilke), il commiato da esperienze che vivevano in noi, e che lentamente muoiono, il commiato da speranze che si trasformano in illusioni, il commiato da sogni che a mano a mano perdono il loro fascino, il commiato da libri che ci sembravano immortali, e che svaniscono nella loro immagine, e nel loro fascino, il commiato da luoghi amati che scoloriscono nella memoria del cuore, il commiato da musiche che ci incantavano, e ora non ci dicono più nulla, il commiato da quello che noi eravamo, ieri, un mese, un anno, vent'anni fa, e che oggi non siamo più, il commiato da emozioni che si rianimavano in noi e che ora sono spente, il commiato da persone che si sono amate, e si sono poi perdute, e l'estremo commiato: quello della vita.
Ci sono nondimeno commiati definitivi e commiati temporanei, commiati dolorosi e commiati che non fanno male; ma non da tutto si può prendere commiato: non si prende commiato dalle persone, dalle esperienze, dai luoghi, dai paesaggi, dalle situazioni, dai libri, dalle musiche, che hanno radici ineliminabili dalla nostra vita.
Eugenio Borgna, L'indicibile tenerezza. In cammino con Simone Weil
Feltrinelli 2016, p. 207
Ci sono nondimeno commiati definitivi e commiati temporanei, commiati dolorosi e commiati che non fanno male; ma non da tutto si può prendere commiato: non si prende commiato dalle persone, dalle esperienze, dai luoghi, dai paesaggi, dalle situazioni, dai libri, dalle musiche, che hanno radici ineliminabili dalla nostra vita.
Eugenio Borgna, L'indicibile tenerezza. In cammino con Simone Weil
Feltrinelli 2016, p. 207