15.1.21

LETTURA E LEGGEREZZA

 

C'è poi, nello scrivere, di tanto in tanto, una certa forma di eleganza pura, priva di genio ma ricca di maestria, che chiama il lettore a un diletto tutto particolare, perfino vuoto, affine al passare le dita su una superficie liscia, o al guardare, da sdraiati un fiume che scorre. Non importa neppure più tanto cosa si sta leggendo, è un piacere sottilmente fisico generato dal puro disporsi della scrittura nello spazio, dalla leggerezza delle sue movenze, dal suono cristallino che fa rimbalzando sul tavolo di marmo della nostra attenzione. 
Si legge non tanto per imparare, allora, né in fondo per essere intrattenuti in modo intelligente: lo si fa per lasciare che quella prosa scorra su certe personali stanchezze, o sconfitte, o disfatte, e ne lenisca il bruciore, sciacquando via lo sporco della ferita. 
Così si legge per il puro piacere della lettura, e per salvarsi.

Alessandro Baricco, Una certa idea del mondo
Feltrinelli, Milano 2013, p. 39
commenta E. e J. de Goncourt, La donna nel XVIII secolo


Foto by Katrin Welz Stein