21.1.21

SCOLPIRE LA PROPRIA STATUA

Meditare, camminare, leggere, compiere i propri doveri, condursi nella giungla dei sentimenti, ascoltare, coltivare amicizie, dialogare. Esercizi dell'anima, esercizi spirituali. Hadot cita una fulminante espressione di Plotino che spiega molto: quel che occorre fare è scolpire la propria statua... Bisogna ricordarsi che la scultura era per i greci, l'arte della sottrazione, l'abilità manuale con cui ottenere una figura a partire da un blocco di pietra, procedendo per successive sottrazioni. E' esattamente quello che insegnavano quei celeberrimi guru: lavorare su se stessi, scalpellando via tutto ciò che di falso e inutile ci sta attaccato, e liberare, alla fine, quel che noi siamo, nella saldezza imperturbabile della magnificenza dell'esistere. Allora saremmo, davvero, dei sapienti: che non è il nome di uno che sa tutto: è il nome di uno che non ha più paura di niente. Guarito...

... Fare il proprio volo ogni giorno. Almeno un momento che può essere breve, purché sia intenso. Ogni giorno un "esercizio spirituale", da solo o in compagnia di una persona che vuole parimenti migliorare. Uscire dalla durata. Sforzarsi di spogliarsi delle proprie passioni, delle vanità, del desiderio di rumore intorno al proprio nome. Fuggire la maldicenza. Deporre la pietà e l'odio. Amare tutti gli uomini liberi. Questo sforzo su di sé è necessario, questa ambizione giusta.

Alessandro BariccoUna certa idea del mondo
Feltrinelli, Milano 2013, pp. 27,28
commenta Pierre Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica