3.11.23

IL SENSO DELLA FEDE

Dacia Maraini fa una sua sintesi 
del libro Il miracolo di Santa Odilia di Laura Mancinelli 
mentre immagina di dialogare con la sorella...

"Una famiglia medievale vuole a tutti i costi avere una santa nel casato. Di generazione in generazione costringe le figlie a chiudersi in convento, a fare digiuni e sacrifici, a trafiggersi il corpo con cilici segreti. Ma nessuna di quelle bambine pur crescendo, pur crescendo santamente  e riempiendosi di piaghe, riesce a diventare santa. Finché arriva la piccola Odilia, una bambina gentile e allegra. Anche lei viene chiusa in convento e costretta a pregare inginocchiata sui ceci, costretta a portare i cilici sotto la camicia.
Ma Odilia non è come le altre: presto getta via tutti i cilici sacrificali, rifiuta le preghiere ossessive, ripudia la continua mortificazione della carne. Quando ha sedici anni decide che il convento è un posto triste e lo rallegra aprendolo al pubblico: inventa conversazioni collettive sulla responsabilità e sul credo, crea una scuola per bambini, apre la cucina alle donne perché preparino piatti succulenti per i poveri. Quindi decide di piantare delle vigne da cui otterrà un ottimo vino che farà bere, con misura, agli ospiti e alle consorelle. Le quali, invece di lamentarsi, e spettegolare in segreto come facevano prima, cominciano a rimboccarsi le maniche e ad andare al lavoro con allegria e passione.
Ma Odilia non si ferma qui. La sua audacia arriva a introdurre il ballo per i contadini e i servi, nel cortile del convento durante le serate di chiaro di luna. E poi costruisce gli scaffali per libri, tanti libri, e non solo volumi che raccontano le storie dei santi, ma che parlano dell'universo e dei popoli del mondo. Insiste sullo studio, senza per questo eliminare la preghiera, introduce la buona cucina, l'allegria e la gioia di vivere.
La gente comincia a venire da tutte le parti per parlare con la giovane Odilia ritenuta una donna saggia e profonda che sa tutto sulle ultime pratiche agricole, sa tutto sulle stelle, sa tutto sulla cucina. La chiesa del convento che da ultimo era sempre più vuota, prende a riempirsi di un popolo entusiasta che accorre a pregare con convinzione. I pellegrini si fermano al convento per bere, sempre bene accolti e ben curati. Le monache, assieme alle mogli dei contadini, tessono stoffe pregiate che poi rivendono ai nobili. Coi soldi si pagheranno le spese della scuola e della mensa dei poveri.
Di giorno in giorno la giovane Odilia diventa più intraprendente, la sua popolarità si accresce e si estende anche ai paesi vicini. Questo nonostante le ostilità e i mugugni di una Chiesa che non capisce cosa stia combinando e risponde alla sua fama col sospetto e la denigrazione. Niente di eretico, a detta di tutti, ma certamente qualcosa di pericoloso e sorprendente, come sussurrano i preti.
Intanto passano gli anni. Odilia si fa vecchia. Il convento è diventato un centro importante di agricoltura avanzata, un luogo dove la gente va per chiedere consiglio, per ottenere cibo e preghiere, suggerimenti e consolazione.
Infine un inverno particolarmente rigido, in cui la neve copre la campagna e il gelo uccide le vigne e i frutteti, Odilia che sa di morire presto, parla a tu per tu con un roseto ridotto a poveri spini secchi. E sai cosa succede? Le rose improvvisamente prendono a fiorire magnifiche, colorate, profumate, sfidando il ghiaccio e il vento malefico del nord. Ecco il miracolo che farà di Odilia una santa".

"Vuoi dire che la fede, per Laura Mancinelli non è sacrificio, martirio e sofferenza ma gioia di vivere?" chiede la sorella.
"Sì, gioia di vivere, lavoro fatto con allegria, rispetto per la natura e per gli uomini, senza discriminazioni, con generosità e comprensione" risponde Dacia Maraini.


Dacia Maraini, La grande festa
Rizzoli, Milano 2011, pp. 66-68