26.9.07

LA FEDE DI UN ATEO

Scrive Sofri: "Io ho una straordinaria simpatia per Gesù. Gesù è una figura, per me che non sono credente, con la quale ho un'estrema confidenza".
Di Gesù Adriano sottolinea soprattutto l'umanità. Attitudini, preferenze, piccoli dettagli, spesso trascurati dagli esegeti di professione, vengono da lui ingranditi, approfonditi e analizzati. Ad esempio, Sofri si sofferma con così tanta cura e simpatia a sottolineare l'amore di Gesù per una delle piante a lui più care: il fico. Un altro aspetto che lo colpisce nel Cristo è il suo modo che definisce inimitabile di spiazzare gli avversari. Come nell'episodio evangelico dell'adultera: "Nessun altro avrebbe pensato di fare dei segni per terra mentre quelli lapidavano una poveretta. Uno stratagemma geniale, azzardatissimo. Se avessero continuato a tirare le pietre, l'ammazzavano...".

Scrive Sofri: "Si ricorda di quei primi cristiani, che pensavano di vivere già la fine del tempo e l'avvento del Regno. Gesù aveva richiamato: non state lì a guardare il cielo, per scrutare i segni della fine. Quei cristiani erano forse troppo creduli, o troppo fatui, ma a parità di premesse erano più ragionevoli di noi. Pensavano che la fine del mondo fosse imminente e ne traevano le conseguenze. Noi leggiamo sui giornali che la Terra è spacciata, ma facciamo come se non fosse vero".

M. Lancisi, Il miscredente. Adriano Sofri e la fede di un ateo
Piemme, Casale M. 2006, pp. 125,126,143

Foto by Jannemei