30.9.07

IL PROPRIO POSTO NEL MONDO

Se il tuo cuore e la tua mente saranno capaci di accendersi per ogni ingiustizia, chiunque ne sia la vittima e in qualsiasi parte del mondo, vorrà dire che ti sentirai - e sarai - veramente parte dell'umanità.
Se ogni tuo atto o pensiero saranno volti a contrastare la prepotenza e a costruire l'equilibrio fra tutti gli esseri umani, e fra loro e la natura, spargerai intorno a te un contagio benefico. E sarai felice, proprio perché contribuirai a rendere tali anche gli altri.
Se, al contrario, ti chiuderai nell'egoismo, anziché aprirti alla solidarietà, e ti seppellirai nell'individualismo, ti ridurrai ad avere paura di tutto e di tutti - paura in primo luogo di te stesso - e sarai uno dei tanti naufraghi alla deriva nel mare di pochezza globale che oggi vuole risucchiarci.
Se sai, sei: autonomo, intelligente (intus-legere, leggere dentro), a tal punto da capire che bisogna combattere per cambiare il mondo. E nessuno potrà mai rubare i tuoi beni, perché li custodisci dentro di te e li metti a servizio di te e degli altri.
Se non sai, esisterai per concessione altrui, prigioniero delle forze che altri manovrano per mantenere gli esseri umani nella condizione di moderna, spensierata minorità. E allora sì, quelle forze ti sembreranno invincibili. Mentre non lo sono affatto, e lo scopriremmo con facilità se smettessimo di alimentarle con la nostra passività e il nostro rassegnato consenso.

Mario Capanna, Lettera a mio figlio sul sessantotto
R.C.S., Milano 1998, pp. 164,165

Foto by Wim Mulder