
Come si possono comprare o vendere il cielo e il calore della terra?
L'idea ci sembra strana. Noi non siamo padroni della freschezza dell'aria e dello zampillare dell'acqua.
Come si può chiedere di comprarli da noi? Per la mia gente qualsiasi componente di questa terra è sacro.
Qualsiasi ago splendente di pino, qualsiasi sponda sabbiosa, qualsiasi nebbia nell'oscurità dei boschi, qualsiasi radura erbosa, qualsiasi insetto ronzante è santo nella memoria ed esperienza del mio popolo.
Sappiamo che l'uomo bianco non comprende il nostro sistema di vita.
Per lui un pezzo di terreno è lo stesso di un altro, perché egli è uno straniero che viene la notte e prende dalla terra qualsiasi cosa gli occorra.
La terra è sua nemica, non sua sorella, e quando egli l'ha conquistata continua per la sua strada.
Egli abbandona la tomba di suo padre e dimentica il diritto di nascita dei suoi figli.
Non vi è alcun posto tranquillo nella città dell'uomo bianco.
Nessun posto ove possono ascoltare lo stormire delle fronde in primavera o il ronzare delle ali degli insetti.
Ma forse è soltanto perché io sono un selvaggio e non comprendo, mi sembra che il frastuono delle città offenda le orecchie.
Quanto vale la vita de l'uomo non può udire di notte il grido del succiacacapre o il gracidare delle rane in uno stagno?
Anche i bianchi scompariranno, forse prima delle altre tribù.
Continuate a contaminare il vostro letto e una notte sarete soffocati dai vostri stessi rifiuti.
Quando i bisonti saranno tutti sterminati, i cavalli selvaggi tutti domati, quando gli angoli segreti delle foreste saranno invasi dall'odore di molti uomini, e al vista delle colline sarà oscurata dai fili che parlano, allora l'uomo si chiederà: «Dove sono gli alberi e i cespugli? Scomparsi!
Dov'è l'aquila? Scomparsa!
E cosa significa dire addio al rondone e alla caccia se non la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza?
Walter Pedrotti, Aforismi degli indiani d'America
Demetra, Verona 2000, pp. 6-10
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