
Studio l'ebraico, leggo la Bibbia. Alcune pagine, alcune parole, mi hanno rivelato qualcosa della loro verità e mi hanno istigato a darne notizia. Non ho adattato il testo ad una interpretazione, ne sono stato invece piegato. Per accogliere una rivelazione, grande o piccole che sia, basta a volte essere docili, termine che indicava in origine la disponibilità a farsi istruire.
La Bibbia è almeno una letteratura e il Dio di Israele è se non altro il più grande personaggio letterario dei tempi. L'idea che l'infinito sia onnipotente e agisca sull'infima creatura non è ancora stata superata. Il soffio del Dio che suscita molecole di fango a vita umana offre alla sorte di ognuno il fondamento di una grazia e di una ragione. E' dei grandi libri procurarlo.
Per molti la Bibbia è un testo sacro. Ma mi commuove più di quel valore in sé, il sacro aggiunto, l'opera degli innumerevoli lettori, commentatori, sapienti che hanno dedicato a quel libro il tempo migliore della loro vita. Il sacro in sé della Bibbia è diventato, attraverso di loro, una civiltà.
Erri De Luca, Una nuvola come tappeto
Feltrinelli, Milano 1991, pp. 9,10
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