
Il potere di un simile strumento è impressionante e il rischio che sia utilizzato a fini malvagi è piuttosto reale. Immediatamente dopo l'11 settembre, l'amministrazione Bush ha prontamente introdotto una legislazione che ridefiniva i poteri di sorveglianza all'interno dei confini nazionali...
"Con il Patriot Act, ha dichiarato il New York Times, il governo può richiedere informazioni su "tutti coloro ai quali scrivete e-mail, su quando le avete scritte, chi vi ha risposto, quanto erano lunghi i messaggi, se avevano degli allegati, così come su dove siete stati online"...
Quando i nostri dati si trovano sulla scrivania virtuale del nostro computer, noi presumiamo che siano di nostra proprietà... Quando spostiamo i nostri dati sui server di Amazon.com, Hotmail.com, Yahoo.com e Gmail.com, implicitamente stipuliamo un patto del quale il pubblico in generale è pienamente soddisfatto o, più probabilmente, di cui la maggior parte della gente non è completamente cosciente.
Il patto è questo: confidiamo che non facciate un cattivo uso delle nostre informazioni. Confidiamo che le conserverete al sicuro da ricerche e sequestri non autorizzati di privati cittadini o del governo e li manterrete sotto il nostro controllo in ogni momento....
E' una porzione piuttosto consistente di fiducia che stiamo chiedendo a queste società di mettere sul piatto. E non sono certo che noi o loro siamo completamente sicuri di quali siano le implicazioni di un simile trasferimento di fiducia. Solo il pensiero di tali implicazioni fa tremare le vene ai polsi a qualsiasi persona ragionevole.
Ma immaginate il disorientamento che potreste provare se la ricerca diventasse autocosciente, capace di spiarvi mentre voi interagite con essa.
John Battelle, Google e gli altri
Cortina Editore, Milano 2006, pp. 25-27
Foto by Coneee