14.12.07

I LIMITI DEL PERDONO

L'SS Guppenfuehrer Katzmann - il famigerato Katzmann - sapeva che nel ghetto dovevano esserci ancora dei bambini, malgrado i continui rastrellamenti. E nel suo cervello di belva concepì un piano diabolico: un asilo d'infanzia! Fece sottoporre al consiglio ebraico il progetto di istituire un asilo: si doveva provvedere ai locali e fornire una maestra. Così i bambini sarebbero stati sorvegliati mentre gli adulti erano al lavoro.
Gli ebrei, eterni ed inguaribili ottimisti, videro in questa proposta un segno di trattamento più umano. Circolò persino la voce che vi fosse un divieto di uccidere. Qualcuno affermò di aver udito alla radio americana che Roosvelt aveva minacciato rappresaglie ai tedeschi se altri ebrei fossero stati eliminati. Perciò i tedeschi d'ora in poi volevano mostrarsi più umani.
Altri riferirono di una commissione internazionale, che avrebbe visitato il ghetto. si voleva presentarle anche un asilo d'infanzia, per mettere in bella mostra l'umanità dei tedeschi verso gli ebrei.
Il commissario Engels della Gestapo, un uomo dai capelli grigi, comparve con un membro del consiglio ebraico per constatare di persona che l'asilo fosse effettivamente installato in locali chiari e piacevoli. Riteneva che vi fossero ancora abbastanza bambini per popolare l'asilo e promise un'assegnazione straordinaria di viveri. Effettivamente la Gestapo mandò delle scatole di cacao e latte.
I genitori dei bambini affamati presero coraggio a poco a poco e cominciarono a mandarli all'asilo. Si aspettava l'annunciata commissione della Croce Rossa. Ma la commissione non venne. Vennero invece una mattina tre carri carichi di SS. Si portarono via tutti i bambini.
La sera quando i genitori tornarono dal lavoro, si videro delle scene strazianti.
Ma qualche settimana dopo rividi Eli. Il suo istinto quella mattina lo aveva spinto a restare a casa...

ALBERT SPEER (1905 - 1981)
Ministro degli armamenti di Hitler dal 1942 al 1945. Riconosciute le proprie responsabilità al processo di Norimberga fu condannato a 20 anni di carcere.
"Afflitto da indicibili sofferenze, inorridito dai tormenti di milioni di esseri umani, ho confessato la mia parte di responsabilità per questi delitti al processo di Norimberga. Sono sempre stato giudicato colpevole, ma in questo modo il tribunale ha punito la mia colpa solo da un punto di vista legale: rimane il coinvolgimento morale. Nemmeno dopo vent'anni di reclusione a Spandau posso perdonarmi di aver sostenuto - avventatamente e spregiudicatamente - un regime che metteva in atto l'assassinio sistematico di ebrei e di altri gruppi di persone. La mia colpa morale non è subordinata allo statuto delle limitazioni, non potrà venir cancellata finché avrò vita.
E lei Simon Wiesenthal, dovrebbe perdonare, anche se io non posso perdonare me stesso?"

Simon Wiesenthal,
Il girasole. I limiti del perdono
Garzanti, Milano 2006, pp. 47, 48, 215
Foto by Yelnoc