
La potente verità che ne traevo era qualcosa che mia madre aveva cercato di dirmi quando ero più giovane: nessuno può portarti via la tua legittimità o darti legittimità se non sei tu stesso a sentire di meritartela.
Prima di lasciare la Marina, le avevo chiesto scusa per non aver fatto l'università, pensando a quanto questa scelta avrebbe potuto renderla fiera di me. Mamma mi sorprese dicendo: "Ragazzo è meglio avere una laurea da Dio che da qualunque altra istituzione del sistema universitario. Se hai la tua laurea da Dio, non hai bisogno di tutte quelle altre cose".
Mia madre non intendeva dire che fosse indispensabile una profonda conoscenza della Bibbia o della religione. Parlava invece della conoscenza di se stessi, di un autentico sistema di valori, di un profondo senso di sé che non vacillasse mai. Gli altri potevano mettere in discussione le tue credenziali, le tue carte, i tuoi diplomi. Gli altri potevano cercare in tutti i modi di sminuire il tuo valore. Ma ciò che hai dentro nessuno lo può prendere o sminuire. E' quello che vali, è chi sei veramente, è una laurea che ti segue ovunque vai, che porti con te nel momento in cui entri in una stanza e che non può essere manipolata o scossa. Se non conosci te stesso, nessun mucchio di carte, nessun curriculum e nessuna credenziale possono farti sentire a posto. Devi sentirti a posto con te stesso prima di tutto.
Il punto di vista della mamma fu molto importante per me in quel periodo.
Chris Gardner, Quincy Troupe, La ricerca della felicità
Fandango Libri, Milano 2007, pp. 178,179
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