
La conseguenza sarà quella di vivere concretamente ciò che si è compreso. La cosa è seria e si rischia grosso a mal comprendere l'Apocalisse. L'esistenza deve allinearsi alla visione. Ogni lettore dell'Apocalisse è minacciato dalla stessa tentazione. Esaltati dagli "Alleluia" a dagli "Amen", colpiti dalle immagini e dai simboli e dalle visioni celesti, si può essere portati a fermarsi là, dimenticando la propria responsabilità di uomini che devono testimoniare del regno che viene.
L'Apocalisse chiama ad una religione coerente ed equilibrata, alla visione che attende cose future deve accostarsi uno sguardo lucido, ben agganciato alla realtà di tutti i giorni. Questi due eventi, s'impongono entrambi e si controllano reciprocamente. La purezza e l'autenticità della religione dipendono da questo. Senza la profezia che nutre la speranza, la religione si ridurrà ad un'etica relativistica, umanista e soggettiva, nella quale Dio non avrà più posto. Conseguenza estrema di questa omissione, porterà agli abusi di Babele, alle violenze e alle oppressioni delle società totalitarie, dove il valore si fonda sul criterio della maggioranza o del successo. D'altro canto, senza il confronto con la realtà umana, la religione degenera in un delirio patologico e fantastico, se non nel fanatismo pericoloso, come si è osservato a proposito dei messia e delle sette, sorte negli anni scorsi, attorno all'Apocalisse.
Ma, nel momento in cui vorremmo chiudere questo libro, tanto strano e minaccioso, quel grido del cielo si farà udire potente, nelle orecchie dei razionalisti, che rimangono chiuse alla speranza, ma anche in quelle dei folli esaltati, che facilmente vi si perdono.
La lettura dell'Apocalisse spingerà fuori dalla lettura stessa, per incoraggiare, per incontrare l'azione di Dio, affinché egli venga; e nell'uomo affinché vada incontro al Dio che viene.
Al di fuori del libro, nella storia e nell'esistenza, gli eventi, renderanno tutto il loro senso all'Apocalisse.
Jacques Doukhan, Il grido del cielo.
Studio profetico dell'Apocalisse di GiovanniEdizioni ADV, Impruneta (FI) 2001, pp. 246, 247
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