16.8.08

SHABBAT

Ho trovato dei fogli e una matita, metto per iscritto delle parole, perché schiariscano la mia tenebra. Scrivo sabato e ancora sabato ed ecco il miracolo, quella solitaria parola ha in sé l'energia di rievocare non solo silenzio ma anche melodia. Visto che al mondo non ci sono più ebrei, faccio per me stessa, ogni settimana il sabato. Scaccio da me i brutti pensieri e dichiaro sabato per il Creatore, per un giorno intero mi avvolgo come in un manto. all'uscita del sabato sento, sorprendentemente, quella sottile melanconia risalire da dentro di me, e so che la regalità del sabato, sotto le cui ali sono rimasta nascosta per un istante, sta dileguandosi. E' difficile congedarsene, esco e vedo come all'orizzonte si svolge il cambio della guardia in cielo, la morbida luce sprofondare nella tenebra.

Aharon Appelfeld, Il mio nome è Katerina
Feltrinelli, Milano 1994, p. 149
Foto by mariurupe