10.2.10

LA CASA DELLA NOSTRA SOLITUDINE

Per riuscire a vivere soli in una condizione di benessere, occorre prima avere navigato a lungo, seguendo le rotte tumultuose della vita; occorre aver battuto molti sentieri impervi e avere sperimentato a fondo le gioie e i dolori che derivano dalla vicinanza e dal legame con gli altri esseri umani, nostri occasionali o permanenti compagni di viaggio. Occorre aver condiviso molto, aver amato molto, forse odiato, comunque sofferto. Solo allora è possibile cercare la solitudine, trasformarla in una scelta consapevole e intenzionale, arrivando al traguardo della propria autonomia...
La ricetta è semplice, perfino banale: chiudersi la porta di casa alle spalle. Sto parlando di una porta che non ha cardini né battenti, di quella porta ideale che segna il confine tra la nostra intimità e l'affollamento esterno di volti e di suoni, tra il nostro mondo interiore e il mondo fisico e relazionale che ci circonda.
E' essenziale imparare a lasciar fuori persone ed eventi, impegni e richiami, obblighi e lusinghe, sensi di colpa e sollecitazioni. E' essenziale liberarsi temporaneamente dei vincoli, vuotare la mente e lo spirito, per poi riempirli e alimentarli di nuova linfa, di quella linfa vitale che ha origine là dove è riposta la nostra essenza più autentica, la nostra originalità di individui unici e irripetibili.
Tornare al nucleo profondo di sé, ritrovare l'integrità della propria persona, riscoprire l'impulso che ci spinge a rinnovare ogni giorno il patto con la vita...
Il silenzio ha una voce e ciascuno dovrebbe conoscere quella del proprio. Il nostro silenzio parla di ciò che siamo diventati e di ciò che avremmo voluto essere; di ciò che abbiamo conquistato e di ciò che abbiamo perduto. Parla delle nostre speranze e delle nostre delusioni, della fatica di vivere e della necessità di coltivare i nostri sogni. Ma parla con un linguaggio che è possibile decifrare soltanto se, attraverso regolari incursioni nella casa della nostra solitudine, impariamo a sottrarci al clamore delle voci esterne, al travolgente incalzare della routine quotidiana e ai richiami delle ideologie dominanti che pretendono di guidare i nostri passi e di orientare i nostri pensieri.
Non sono indispensabili eremi o deserti: la perfetta solitudine, con i suoi dolci frutti, è dentro di noi.

Ivana Castoldi, Meglio sole. Perché è importante bastare a se stesse
Feltrinelli, Milano 2009, pp. 13-15, 122

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