Le nostre sfide possono essere nuove. Gli strumenti con cui le affrontiamo possono essere nuovi. Ma i valori da cui dipende il nostro successo - il lavoro duro e l'onestà, il coraggio e il fair play, la tolleranza e la curiosità, la lealtà e il patriottismo - queste cose sono antiche. Queste cose sono vere. Sono state la quieta forza del progresso in tutta la nostra storia. Dunque, quello che è necessario è un ritorno a queste verità. Quello che ci è richiesto adesso è una nuova era di responsabilità, un riconoscimento, da parte di ogni americano, che abbiamo doveri verso noi stessi, verso la nazione e il mondo, doveri che non accettiamo a malincuore ma piuttosto affermiamo con gioia, saldi nella certezza che non c'è nulla di più soddisfacente per lo spirito, di più caratteristico della nostra personalità, che dedicarsi interamente a un compito difficile.
Questo è il prezzo e la promessa della cittadinanza.
Questa è la fonte della nostra fiducia: la nozione che Dio ci chiama a dar forma a un destino incerto. Questo è il significato della nostra libertà e del nostro credo...
Speranza di fronte alle difficoltà. Speranza di fronte alle incertezze. L'audacia della speranza! Alla fin fine questo è il più gran dono di Dio per noi, il fondamento di questa nazione. Una fede in cose che non sono visibili. Una convinzione che ci sono giorni migliori davanti a noi... Credo che il vento soffia alle nostre spalle: ci troviamo a un crocevia della storia, e siamo in grado di fare le scelte giuste, e di essere all'altezza delle sfide che abbiamo davanti a noi.
Giorgio Bouchard, La fede di Barack Obama.
Quando la religione non è oppio
Claudiana, Torino 2009, pp. 107,108,87,88
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