8.1.24

A QUANDO IL DIALOGO?

Sono pietrificato... Mentre scrivo, l'orrore fa tremare la mia mano. Sento di avere ancora cose da dire, ma ora devo fermarmi, perché sono esausto, svuotato, mi gira la testa e devo andare a fare una passeggiata, non per dimenticare, ma per vedere se le altre persone in strada barcollano come me. Barcollo perché le parole non mi reggono più. L'orrore le ha allontanate...
Sogniamo una forza soprannaturale che si frapponga fra i due belligeranti, li separi, li costringa a sedersi attorno a un tavolo e ordini loro di parlarsi, di svuotare i loro sacchi pieni di amarezza e incomprensione.
Sogniamo che questa forza venga dal cielo e dal mare, dai cimiteri dove riposano le tante vittime di questa guerra infinita. Dovrà venire non dalla religione, ma dalla foresta, dalle migliaia di ulivi centenari che vegliano Gerusalemme dalla cima di una collina.
Dovrà venire dalla luce di cuori placati e desiderosi di porre fine a questa tragedia intermittente.
Tahar Ben Jelloun, L'urlo. 
Israele e Palestina.  La necessità di un dialogo nel tempo della guerra
La nave di Teseo, Milano 2023, pp. 25,26, 38,39